Come Melchiorri ad aprile, anche il brasiliano ha fatto crack nella rifinitura
Uno dei calci d’angolo da provare in vista della partita di domenica, gli ultimi collaudi a cose fatte, quando si pensa solo alla doccia e alla vigilia da vivere in ritiro ad Assemini. Poi il crack, l’ennesimo di una maledizione che ha colpito il Cagliari negli ultimi nove mesi: Dessena, Melchiorri, Ionita, Storari e adesso Joao Pedro, sperando che al brasiliano vada un po’ meglio, visto che per il momento si è deciso di non intervenire chirurgicamente, immobilizzando l’arto interessato dalla frattura del perone.
Joao Pedro stava, pochi istanti prima dell’infortunio, difendendo la sua porta: il salto assieme a uno degli avversari nell’esercitazione, la caduta apparentemente innocua e le lacrime per il dolore dovuto alla caviglia poggiata in modo innaturale al momento di ricadere. La sensazione del gruppo è stata subito delle peggiori, tra imprecazioni e mani nei capelli per i patemi di un compagno e quella sfortuna che non ne vuole sapere di lasciare il gruppo di Rastelli.
Il fatalismo ha poi preso il sopravvento, e non potrebbe essere altrimenti in un mondo come quello sportivo di fronte a episodi simili. Dal direttore sportivo Stefano Capozucca all’allenatore, passando per i calciatori più esperti è stato un prodigarsi per fare quadrato e superare lo choc del pomeriggio. C’è da pensare al Crotone, e batterlo anche per dedicare la vittoria a Joao Pedro.
Fabio Frongia