La rivincita di Aloia

Intervista all’attaccante olbiese che ad Acireale si sta prendendo la sua rivincita

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Alessandro Aloia, classe 1996

DA UN’ISOLA ALL’ALTRA – Alessandro Aloia, attaccante classe ’96 ha salutato la Sardegna questa estate, dopo che l’Arzachena aveva deciso di iniziare il cammino in Serie C senza di lui. Si è lasciato tutto alle spalle, ha attraversato il mare e ha iniziato la sua avventura in Sicilia. “Non è come stare a casa, ma non posso lamentarmi – esordisce -. Quando vieni trattato bene e non ti fanno mancare nulla anche la distanza sembra non pesare. Per il mio carattere non ho problemi ad ambientarmi ovunque e trovarmi in sintonia con tutti“.



Aloia cresce nelle giovanili dell’Olbia. Dopo due ottime stagioni – condite da 14 reti tra Eccellenza e D – ha la possibilità di fare un’esperienza fuori, nell’Avellino. Una scelta che non rifarebbe: “Potessi tornare indietro non andrei in Campania – afferma l’attaccante – non fu la scelta più giusta dopo una bellissima stagione all’Olbia“. Poi il ritorno nei bianchi galluresi e la vittoria dei playoff targata Mignani. Una bella soddisfazione, certo ma: “La società fece altre scelte e andai a Lanusei“.

Un periodo non facile in Ogliastra. Un ruolo arretrato lo costringeva alla lotta. Si trovava tanto, forse troppo, lontano da quella porta che sembrava stregata. “Ovviamente non si guardava al sacrificio e al posizionamento in campo, quando sbagliavo gol era perché non ero abbastanza bravo“. Ma Aloia oltre ai sorrisi ha imparato a mostrare anche un carattere forte: “Nei momenti difficili tendo a non abbattermi, so che non serve a niente e continuo a lavorare, tanto non ti regala mai niente nessuno“.

Dopo la parentesi a Lanusei ecco Arzachena. Lì ha fatto parte della favola biancoverde ottenendo la vittoria del campionato di D. Ma anche stavolta non c’è stata la riconferma e Alessandro ha deciso di varcare il Tirreno. Un salto non facile ma necessario: “I giovani in Sardegna non hanno tante possibilità, per un sardo le cose sono ancora più difficili. La visibilità è poca, perciò ho deciso di andar fuori un’altra volta ma non mi è pesato perchè ero consapevole di quanto fosse importante per me“. Ovviamente la Sardegna, anche calcistica, resta nei suoi pensieri, nonostante tutto: “Appena finiamo di giocare controllo i risultati del mio girone e poi quelli di Olbia, Arzachena e Lanusei. Le sarde in D non vivono un bel momento, soprattutto Lanusei e San Teodoro“.



IL PRESENTE SICILIANO – Ad Acireale è arrivato da sconosciuto nel suo primo anno “da grande” – un momento non facile per tanti ragazzi che si vedono tolte le chance di giocare dagli obblighi dei fuoriquota. Una squadra importante e dalla piazza esigente che negli anni ’90 ha vissuto tanta Serie C e due anni di cadetteria. Quest’anno, anche grazie al suo apporto, i granata si godono il secondo posto in classifica nel Girone I, per lui più duro rispetto a quello sardo-laziale.

Legare con i compagni, racconta, non è stato un problema grazie al suo carattere gioviale. Mister Infantino gli sta dando spazio e fiducia. Ma il ruolo? “Solo una volta mi ha schierato trequartista, poi sempre e solo prima punta“. Senza necessità di adattarsi, potendo giocare dove preferisce. Non sarà un caso che quest’anno in 15 partite abbia segnato 4 gol: l’ultimo, domenica contro il Portici, ha aperto le danze al 2-0 finale.

Il segreto? Forse non c’è, a parte una grande serenità e la giusta dedizione, anche se la visita di babbo e mamma Aloia ha aiutato: “Sono venuti a trovarmi qualche settimana fa e devo dire che mi hanno dato la carica giusta, da allora ho segnato 3 gol“.

IL RISCATTO – Alessandro, con molta schiettezza, spiega cosa voglia dire arrivare a giocare in una squadra importante e prendersi delle grandi soddisfazioni: “Nessuno lo avrebbe mai immaginato che io sarei arrivato qui e che avrei giocato così. Si sa, se fai bene sei Dio, altrimenti sono dolori. Io quando ho avuto le mie possibilità me le sono sempre giocate. Adesso ricevo tanti messaggi di persone che si sono ricredute sul mio conto, di tanti che hanno cercato quanti gol avessi fatto in carriera e si sono fermati, giustamente, solo a quei numeri. Far cambiare idea a molte persone è stato importante per me e spero di continuare così“.

L'ultima esultanza di Aloia

L’ultima esultanza di Aloia

Il pensiero va a chi non ha creduto in lui, ma anche a chi si è lasciato andare ai commenti sulla sua forma fisica. Nell’ultimo turno, contro il Portici, ha risposto con un gol dall’esultanza particolare, mimando il gesto del mangiare perché, di certo, non gli manca l’autoironia: “Sono il primo che ci scherza su, ma mi piace anche dimostrare sul campo che nonostante quello che dicono su di me, le cose le so fare“.

Alla parola “sogni” il pensiero non vola troppo lontano e va all’immediato futuro: “Vorrei fare più gol possibile, spero di riuscirci con il lavoro“, con la grande consapevolezza di chi sa che prima di sognare in grande, verso quella Serie C che ha solo accarezzato per due volte, bisogna costruire basi solide per poterla, finalmente, afferrare.

Roberta Marongiu



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