Il pallone e poi il saio francescano: Pietro Carta, primo sardo a giocare e segnare in Serie A

Postato il 31 dic 2014
Comment: Off
Pietro Carta, primo sardo a giocare e segnare in Serie A

Pietro Carta, primo sardo a giocare e segnare in Serie A

Domenica 6 ottobre 1940 è in programma la prima giornata del campionato di Serie A. L’Italia è in guerra da quattro mesi. Per la Sardegna sarà una data importante, segna infatti il debutto di un calciatore isolano nella massima serie. Lui è Pietro Carta nato a Bosa il 30 dicembre 1918, partito alla volta della Penisola in giovane età a seguito del padre, alto ufficiale dell’esercito. Nel torneo di Serie C 1936-37 lo vediamo impegnato nelle file del Manfredonia, tra i suoi compagni di squadra troviamo Mario Stua, che anni dopo sarà storica bandiera del Livorno e compagno d’attacco di Renato Raccis. Con i biancoazzurri colleziona in due campionati di Serie C rispettivamente un 6° e un 8° posto. Con la sua squadra ha modo di misurarsi nel 1937-38 contro il Cagliari. La prima sfida ha luogo a Manfredonia il 9 Gennaio 1938, saranno Carta e compagni ad uscire vittoriosi dal campo col punteggio di uno a zero.

L’AVVENTURA PESCARESE - Nell’estate del 1938 passa al Pescara ma poteva andare diversamente: infatti, in questo periodo viene preso in prova dal Bologna che però non crede in lui e non lo trattiene. E’ il Bologna che sfiora per un solo punto lo scudetto poi vinto dall’Ambrosiana-Inter e che vincerà il tricolore l’anno successivo. A Pescara cresce parecchio sotto la guida dell’esperto allenatore Bonino, che nei due anni successivi guiderà il Prato e sarà determinante per la crescita del più grande cannoniere sardo degli anni ‘40, Renato Raccis. Contro la San Giorgio di Raccis ha modo di misurarsi il 9 Ottobre 1938, gli abruzzesi escono vittoriosi dal campo dopo un’entusiasmante incontro vinto per 3 reti a 2 nel quale Carta e Raccis segnano una rete per parte. Il 26 novembre in un’ amichevole persa a Roma, contro i giallorossi di casa, per due a zero, ha nuovamente modo di porsi in luce giocando un buon incontro. Raccis si prenderà una rivincita nell’incontro di ritorno giocato a Cagliari sul Campo di via Pola, fino al mese precedente la San Giorgio giocava al Campo Dux (Stadio Amsicora). L’incontro stavolta si concluderà con un pareggio per 2-2 ma, mentre Carta non riuscirà ad andare a segno, Raccis realizzerà una doppietta. Il Pescara termina il campionato all’ 8° posto. Il 10 dicembre del 1939 il Pescara è ospite dell’Olbia e Carta avrebbe l’occasione per giocare ancora contro una formazione sarda, ma quella domenica non risulta disponibile per l’incontro. Per la cronaca la partita termina sull’1-1. Il 7 aprile del 1940 si gioca l’incontro di ritorno sul campo degli abruzzesi. Il verdetto dirà un pesantissimo 6 a 0 per i biancoazzurri di casa. Poi si conclude il campionato e Carta e compagni chiudono con un dignitoso 6° posto.

SBARCO IN TOSCANA E IN “A” - Durante l’estate del 1940 la svolta: i dirigenti amaranto decidono di portare il ventunenne bosano in Toscana. Il suo esordio in Serie A, come si diceva, porta la data del 6 ottobre 1940, esordio sfortunato perché il Livorno perde per due reti ad una in casa dell’Atalanta. Segna la sua prima rete il 20 ottobre 1940 sul campo del Bari alla terza giornata di campionato. È il 14’ minuto della ripresa. Questo minuto segna la storia: la prima rete di un sardo in Serie A. Un potente tiro di Tori viene respinto dal palo, ma Carta si avventa sul pallone e da pochi metri è lesto a metterlo alle spalle del portiere Ricciardi. I labronici sono in vantaggio, ma non per molto, al 19’ infatti Benigni pareggia con un tiro angolato. La partita termina con questo risultato. Carta risulta decisivo ai fini della classifica. La stagione non proseguirà nel migliore dei modi, l’attaccante sardo giocherà solo 13 incontri, ponendo a segno tre reti. Al termine del campionato la decisione clamorosa di vestire il saio francescano, per molti un tentativo di sfuggire alle armi. Noi non ci sentiamo di giungere a queste facili conclusioni. Quel che è certo è che questo fatto segnerà la fine della carriera di uno dei più promettenti giovani attaccanti sardi dell’epoca.

A cura di Mario Fadda

Sull'autore

Ti potrebbero interessare anche...