Sassari-Desio e ritorno (con la Coppa): il diario di viaggio di un altro trionfo biancoblù

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Il Commando della Dinamo a Desio (foto Marco Bizzotto – Sardegnasport)

Si dice che 3 sia il numero perfetto. Quanto accaduto a Desio, nella tre giorni di Coppa Italia, è effettivamente qualcosa di perfetto, e in questo piccolo “diario” racconterò il viaggio di 3 ragazzi (compreso il sottoscritto), partiti per la Lombardia all’alba di venerdì 20 Febbraio, e tornati a Sassari lunedì 24 con un compagno di viaggio in più: una Coppa Italia che, in parte, sentono di aver vinto anche loro.

Fino al 9 Febbraio 2014 i titoli vinti dalla Dinamo Sassari erano 0, ora invece a distanza di un anno e 14 giorni, alla Club House di via Pietro Nenni, i tifosi potranno vedere ben 2 Coppe Nazionali e 1 Supercoppa Italiana. L’ultimo di questi trofei, la seconda Coppa Italia, è stata vinta domenica al PalaDesio contro l’Olimpia Milano, dopo aver battuto ai quarti e in semifinale rispettivamente la Vanoli Cremona e la Grissin Bon Reggio Emilia. I biancoblù si presentavano alla rassegna freschi della vittoria contro la Virtus Roma, ma anche della cocente eliminazione dall’Eurocup dopo un’avventura europea abbastanza deludente, fatta di sole 3 vittorie al fronte di ben 13 sconfitte. Numeri alla mano, quindi, la vittoria era tutt’altro che scontata, anche perché l’Olimpia arrivava da quattordici vittorie consecutive in campionato e un primo posto sempre più al sicuro.

Alcuni ragazzi del Commando, però, volevano a tutti i costi sostenere i loro beniamini nel corso della manifestazione e, al termine della partita contro Pistoia hanno deciso così di organizzare la trasferta a Desio. Alla fine i tifosi a prendere parte alla trasferta sono solo tre.

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Partenza per Desio

Dopo vari giorni di attesa arriva finalmente il 20 febbraio. La sveglia suona alle 4 del mattino, ma l’adrenalina supera ogni cosa e all’appuntamento all’aeroporto (alle 6!), mi presento puntualissimo, pronto per volare all’aeroporto di Bergamo. A Fertilia incontriamo altri 2 tifosi che vivranno insieme a noi quest’avventura che comunque andrà sarà indimenticabile.

Il viaggio scivola via senza nessun intoppo e alle 9 atterriamo in Lombardia: destinazione Bergamo. Nella città natale del Caravaggio e di Giovanni XXIII, la tensione comincia a salire e la voglia di invadere il PalaDesio, anche se solo per una partita dei quarti di finale di Coppa Italia è davvero tanta. Dopo un tour a Milano (la prima Coppa Italia la Dinamo la conquistò proprio nella città meneghina e se la scaramanzia non è un particolare da escludere, una visita al Duomo andava pur fatta), arriviamo finalmente a Desio.

La città brianzola, che conta circa 40mila anime, è piuttosto importante dal punto di vista cestistico: al PalaDesio vengono giocate le partite del Trofeo Lombardia e qualche match di Eurolega dell’Olimpia Milano. Ma Desio è anche famosa per aver dato i natali a Papa Pio XI, il Papa che firmò i Patti Lateranensi con Benito Mussolini; per gli appassionati di calcio, invece, è la città in cui ora risiede l’ex calciatore Gabriele Oriali, ora dirigente azzurro.

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Il PalaDesio visto dall’esterno

Il palazzetto lombardo, non me ne vogliano gli amici canturini, almeno dall’esterno, non è un bel vedere, ma una volta consegnati i biglietti ad altri 10 tifosi sardi, residenti in Lombardia facciamo il nostro ingresso nell’arena, che all’interno ha tutta un’altra faccia.

I tifosi della Vanoli Cremona hanno organizzato un pullman per la trasferta e nel tifo sono, ahimè, nettamente superiori a noi. In campo invece le due squadre regalano spettacolo ai circa 4000 tifosi presenti al PalaDesio e si arriva all’intervallo con la Dinamo avanti 34-31. Nella ripresa Logan e soci prendono in mano il match e, anche a causa dell’infortunio occorso a Vitali, chiudono la contesa sul definitivo 74-63. Nella “gabbia sassarese” esplode una festa moderata, perché si sa, la strada è ancora lunga e come dice una canzone “il meglio deve ancora venire”. La sera si vola a Torino e poi un rapido rientro: bisogna essere carichi per la semifinale contro Reggio.

Giorno 2

Dinamo-Reggio Emilia coppa

Dinamo e Reggio in campo per la semifinale (foto Marco Bizzotto – Sardegnasport)

Dopo le 4 ore di sonno della notte tra giovedì e venerdì ci dirigiamo nuovamente a Desio per la semifinale di Coppa Italia (la terza in quattro partecipazioni). Oltre a quei 15 presenti venerdì, nella curva sassarese si aggiungono altre 40 persone provenienti dalla Sardegna e da altre parti d’Italia (Emilia Romagna, Liguria, Lombardia su tutte). Prima dell’inizio del match sia il Commando che la tifoseria di Reggio rimangono insieme e chiacchierano tra loro, incrementando ancora di più quel rapporto di amicizia e fratellanza che ormai lega le due tifoserie. Prima della palla a due, i tifosi reggiani inneggiano perfino un “Forza Dinamo”! Il match entra nel vivo, con il Banco che soffre inizialmente l’esperienza di Kaukenas e lo strapotere fisico di Polonara, e, anche a causa delle brutte percentuali da 3, al 16’ scivola sul -7 (24-31). Dyson e Kadji, però, si scatenano, e i biancoblù tornano in partita andando al riposo in vantaggio (36-35). Nel terzo quarto, così come accaduto contro Cremona, la Dinamo, trascinata dai suoi tifosi, da Logan, e soprattutto da una difesa impenetrabile, prende il largo e stacca così il biglietto per la seconda finale consecutiva di Coppa Italia.

Una volta terminata la partita, il presidente Sardara organizza, in collaborazione con Meridiana, il secondo volo charter più importante della storia della Dinamo. Mario da Sassari e Roberto e Giacomo da Desio cominciano a ricevere tantissime telefonate per la partita di domenica, che comunque vada, sarà storica. In pochissime ore l’aereo viene riempito e oltre 80 persone prenotano il loro biglietto dalla Penisola. Dopo aver assistito alla vittoria dell’EA7 contro l’Enel Brindisi, si va a Bergamo senza un filo di voce per riposare un po’.


Giorno 3

Sassari-Coppa Italia

Finalmente, la finalissima (foto Marco Bizzotto – Sardegnasport)

Eccoci arrivati al gran giorno, quello della finale. Nello sport si sa, vengono ricordati sempre i vincitori e quasi mai i vinti, se non per pochissimi giorni e pertanto per entrare nella storia bisogna fare solo ed esclusivamente una cosa: vincere. Lo sanno bene i tifosi del Commando e i giocatori e lo staff della Dinamo, che già da domenica mattina erano in campo pronti a effettuare l’ultimo allenamento al PalaDesio. La mattina la passiamo a Milano, ma sono l’ansia e la tensione le protagoniste incontrastate di questa giornata e finalmente, dopo tante, tantissime ore di attesa e di viaggi per il Nord Italia, arriva il momento di recarci a Desio per l’ultima volta in questo weekend. Arriviamo al Palazzetto ben 2 ore e mezza prima dell’inizio della partita,  ma la distribuzione dei biglietti è un lavoro duro da eseguire. Nel frattempo arrivano i pullman delle due squadre protagoniste della trentottesima edizione della Coppa Italia.

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Quattro mori immancabili al PalaDesio

Alle 18.15, appena in tempo per poter assistere anche al prepartita, arrivano a Desio, i 140 ragazzi partiti nel primo pomeriggio con i charter Meridiana. Una volta sistemati tutti i tifosi all’interno della “gabbia”, la stessa che ci portò fortuna contro Cremona, il Commando può iniziare a sostenere la propria squadra cantando a squarciagola gli ormai noti cori pro-Dinamo. Le due squadre scendono in campo per la presentazione, ora è tutto pronto: Dinamo-Olimpia ha inizio.

Per il terzo giorno consecutivo siamo in forte minoranza. Ma visto e considerato che ciò ha portato bene nelle prime due partite, non ne facciamo un problema.

Logan fa capire subito di che pasta è fatto, e dopo 5’ Sassari è avanti 11-20. Gli oltre 200 tifosi dello spicchio “sassarese” sono in visibilio e già non credono ai propri occhi nonostante ci sia la consapevolezza che la partita sia ancora lunghissima. Sassari incrementa il vantaggio fino al +18 (15-33), prima che l’Olimpia cominci a ridurre il gap grazie ai canestri di Brooks e Ragland (47-49). Un alley-oop dell’asse Sosa-Sanders chiude il primo tempo sul 47-51. Con un canestro di Kleiza, Milano arriva fino al -1: stavolta il Commando capisce che i ragazzi hanno davvero bisogno di supporto e decidono di “rientrare in campo” anche loro. Detto, fatto: la Dinamo prende nuovamente il largo, stavolta in modo decisivo controllando il vantaggio costruito nel corso del terzo quarto per i restanti 15’. Si arriva all’ultimo minuto con Sassari avanti 91-97. Dyson e Logan chiudono il risultato e può partire, finalmente la festa: gavettoni, abbracci, baci e cori di festa, fanno da padroni a un momento, il terzo nella storia, che rimarrà impresso nella mente dei tifosi per molto, moltissimo tempo.  Al termine della partita (e della festa al palazzetto), i 5 eroi della 3 giorni fanno rientro in hotel con un sorriso enorme stampato sul viso e nella mente una sola immagine: quella Coppa alzata da Capitan Vanuzzo, che come ha detto uno di noi, in realtà sentiamo anche un po’ nostra!

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Ritorno a Sassari e foto di rito con le due Coppe

Aver avuto l’opportunità di assistere a tutte le partite di questa Coppa Italia, indubbiamente più inaspettata ed emozionante di quella dello scorso anno, credo che sia qualcosa di impareggiabile, e voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno permesso di poterla vivere: chi mi ha “supportato” regalandomi la possibilità di fare il viaggio, i 12 giocatori della Dinamo, lo staff e il mitico Commando!

Fabrizio Pinna

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