Cagliari, ora tocca agli uomini

Una foto di gruppo del Cagliari di quest'anno

Una foto di gruppo del Cagliari di quest’anno

Chi l’avrebbe mai detto, anche solo poche settimane fa, che un semplice Lanciano potesse insinuare dubbi e paure all’interno del Cagliari veleggiante verso la Serie A? Eppure è così, perché la sfida di oggi alle 15 al Sant’Elia – da affrontare senza Farias oltre i due lungodegenti di peso chiamati Dessena e Melchiorri -, diventa cruciale per evitare di complicarsi la strada più di quanto non sia stato già fatto a suon di strafalcioni calcistici targati 2016.




Poche storie, il Cagliari odierno, anche corredato da problemi interni, condizione fisica precaria (da tempi non sospetti), incertezze sul presente e sul futuro, deve fare un sol boccone di una squadra nettamente inferiore. Lo dovrà fare armandosi del carisma dei singoli, degli attributi di un gruppo che dovrà essere capace di andare oltre, vincendo per sé stesso (e sé stessi) così da far gioire tutti, rimandando al domani (vicinissimo) ogni altro tipo di discorso.

La truppa di Rastelli, in questa stagione, ha faticato con le squadre meno quotate del lotto, ultimo quel Como per il quale poteva valere lo stesso ragionamento fatto oggi per il Lanciano. Ecco perché servirà solidità maggiore di quella espressa, per esempio, ad Ascoli e in riva al Lario, dove bastarono un paio di lanci lunghi per mandare in crisi Storari e compagnia. Difficile ritrovare compattezza di squadra con un ideale clic, più facile cercare all’interno delle singole primedonne quella stilla in grado di far superare l’ennesimo ostacolo di un cammino, la Serie B, mai così mediocre e clemente con coloro che tanto hanno inciampato.




Lo scongiurato (e da scongiurare) fallimento di un obiettivo come la Serie A, ancora ad un passo nonostante tutto, sarebbe un disastro generale e questo non c’è bisogno di ricordarlo. Per una mera questione di curriculum e “calciomercatesca” non sarebbe indolore neanche per i singoli calciatori, chiamati quindi a unirsi anche fittiziamente per il bene comune. Poi ci sarà tempo di pensare a bocce ferme, sperando che qualche aiuto arrivi anche dalle rivali, anche se – come ha detto Rastelli – “dobbiamo pensare a noi e a vincere partite, senza guardare gli altri”.

Fabio Frongia

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