Sanna: “Sono venuti a mangiarci, questa gente non può rappresentare Sassari e Torres”

Marco Sanna, tecnico uscente della Torres

Marco Sanna, tecnico uscente della Torres

E’ un Marco Sanna che non le manda a dire quello che è intervenuto questa sera a Sassari alla serata promossa dall’Associazione Memoria Storica Torresina (AMST), in viale Umberto. L’ex tecnico della Torres, silurato pochi giorni fa con un nugolo di polemiche (inerenti anche alcuni giocatori simbolo), ha dato seguito alle dichiarazioni rilasciate a caldo dopo l’ufficializzazione della sua sostituzione. Una serata, quella dedicata al premio “Torresino dell’anno” (Sanna, appunto), che è andata via tra ricordi e attualità, aneddoti e sorrisi, malinconia e voglia di sognare un futuro di calcio sano e serio per il club sassarese.

Intervenuto, e acclamato, l’ex presidente Bruno Rubattu, protagonista di un’epoca che manca tantissimo a tutti i sostenitori torresini. Marco Sanna inizia dal commento della stagione 2015/2016, con il suo arrivo in corsa (debutto a Castiadas, 0-0) e l’epilogo amaro della sconfitta in finale playoff contro l’Olbia.

“Siamo riusciti a ottenere un risultato incredibile – dice Marco Sanna – Arrivando a un gol dalla vittoria del playoff, nonostante difficoltà e cambio di organizzazione societaria un mese fa, a campionato in corso. Ringrazio soprattutto i miei ragazzi, che sono stati fantastici fino alla fine, credendoci fino in fondo. Siamo arrivati un po’ corti, la rosa non era completa, con tre giocatori non in età di fuoriquota avremmo potuto fare sicuramente di più. Devo ringraziare tutti, indistintamente, dal primo all’ultimo. Abbiamo cercato sempre di estraniarci da tutti i problemi, non ultimo la penalizzazione di 3 punti a un paio di giorni da fine campionato. Purtroppo siamo arrivati un pochino corti, all’ultima partita avevamo ragazzi che non riuscivano nemmeno a correre, ma hanno dato tutti il 200%”.




Musto e Demartis, alfieri offensivi della Torres 2015/2016 (foto: Giorgio Melis)

Musto e Demartis, alfieri offensivi della Torres 2015/2016 (foto: Giorgio Melis)

Sulle avversarie e i rivali olbiesi, vincitori al “Vanni Sanna” in finale playoff. “Il Grosseto (eliminato dall’Olbia in semifinale ndr) è la più forte che ho visto, ma anche loro sono arrivati un po’ cotti ai playoff. L’Olbia, rispetto a noi e Rieti, aveva una rosa più completa. Si è potuta permettere di fare entrare un giocatore come Molino dalla panchina, per fare un esempio. Questi non sono alibi ma è la realtà, poi è chiaro che io dovrò ringraziare sempre tutti i nostri calciatori, dal capitano all’ultimo Juniores. Il fatto di essere arrivati ad un gol dalla vittoria del playoff è un grande successo”.

Si ricorda anche la stagione 2005/2006, quella del playoff per andare in Serie B, perso in semifinale proprio contro il Grosseto. Sanna era perno della mediana torresina: “Arrivammo a quel playoff molto stanchi, in particolare i nostri due attaccanti, molto forti (Tozzi Borsoi ed Evacuo) non si reggevano in piedi. Purtroppo avevamo pochi ricambi in avanti, con Guberti, Frau, Minetti e altri che non avevano caratteristiche per giocare di punta”.

Si torna sull’attualità: il divorzio senza preavviso ha fatto male all’allenatore uscente. “Fino al 30 giugno io posso ancora allenare la squadra – dice con sarcasmo – Non sono stato chiamato da nessuno. Non discuterò mai le scelte della società, che può decidere come meglio crede. Qui si discute il modo di fare le cose”.

Cosa fare per riportare entusiasmo nella piazza di Sassari, attorno alla Torres? “Prima di essere stato giocatore e allenatore sono stato tifoso torresino – racconta – Il tifoso della Torres è una persona particolare, se non si vince il sassarese non va allo stadio. Nel nostro piccolo eravamo riusciti a ritrovare un po’ di entusiasmo anche perché la gente aveva visto impegno, da parte di calciatori sardi ma non solo, soprattutto si era vista la voglia di onorare la maglia e giocare fino alla fine per l’obiettivo”.





Le stilettate arrivano quando si parla della nuova proprietà, nella persona di Daniele Piraino. “Credo che se c’è onestà la gente segue la squadra, tifa, va allo stadio. Se subentrano persone che vogliono per forza mangiare ci si disinnamora sicuramente. Il tifoso ha visto che c’è stata disonestà, poca chiarezza. Eravamo riusciti a riformare un gruppo e remare tutti dalla stessa parte, ora invece si disgrega tutto perché qualcuno va nell’altra direzione col fine di mangiarci. La gente si è disinnammorata perché sono venuti qui a mangiarci, non solo dirigenti ma anche allenatori e giocatori passati dalla Torres”.

Parole dirette, ma non è finita: “Sembra che uno voglia parlare per forza male delle persone. Ho troppo rispetto, anche se ultimamente qualcuno mi ha mancato di rispetto. L’attuale presidente si è permesso di insinuare certe situazioni allucinanti, toccando i ragazzi che ho allenato fino a pochi giorni fa. Sono persone anche maleducate, che non ti salutano nemmeno. Io sono molto pacato, ma questa gente non può stare in una piazza come Sassari. E purtroppo in questo momento rappresentano una società gloriosa e una città come Sassari. Quel signore che fa capo alla Torres non può rappresentare Sassari e la Torres e una tifoseria così”.

dall’inviato Fiorenzo Pala

Ti potrebbero interessare anche...

Commenti