Capozucca, l’uomo forte del Cagliari

Stefano Capozucca, l’uomo-mercato (ma non solo) del Cagliari

Stefano Capozucca, ds del Cagliari

Stefano Capozucca, ds del Cagliari

“Capozucca, ma quando te ne vai?”. Questo era uno dei mantra recitato dalla tifoseria cagliaritana ad agosto 2015, ancora scottata dalla cocente retrocessione in Serie B. Stefano Capozucca arriva a Cagliari il 27 maggio 2015 e viene accolto tra lo scetticismo generale, non tanto per mancanza di competenza, quanto per la memoria del coinvolgimento nel calcioscommesse (nello specifico, il “Caso Genoa” del 2005) e il fresco alone del divorzio tra rossoblù e alcuni senatori. Un anno dopo, però, la musica è letteralmente cambiata.

Dal giorno del suo insediamento, il direttore sportivo non ha sostanzialmente sbagliato un colpo. Ha portato esperienza, lavorando in modo mirato e dimostrando di avere sempre la situazione sotto controllo, gestendo il mercato e lo spogliatoio, il presidente-datore di lavoro e l’allenatore, fino ai giocatori. Sul lato tecnico c’è poco da dire, ha fornito a Massimo Rastelli una rosa completa sotto tutti i punti di vista, dotata di freschezza, esperienza e varietà fondamentali per il campionato cadetto. Il risultato, al di là delle specifiche analisi e delle valutazioni soggettive, è sotto gli occhi di tutti.




Acquisti silenziosi e improvvisi (vedi le mosse Di Gennaro e Munari un anno fa), talvolta anche a sorpresa, ed è più che lecito aspettarsi, da qui a fine calciomercato,  che dal suo cilindro spuntino nuovi nomi atti a riempire le caselle ancora vuote. La festa promozione sancì il solido rapporto con i calciatori, Capozucca ha finora mischiato pugno duro da vecchio saggio e sarcasmo di chi la sa lunga, unita a franchezza (“So cambiare idea”, ha detto martedì scorso all’esordio stagionale), battute e nascondini vari. Il Capozucca cagliaritano si è mostrato mai timoroso nel mettere la faccia anche nei momenti di crisi, al netto di tattiche, dialettica e meline che costituiscono il teatrino del pallone.

Tommaso Giulini ha sempre saputo di avere al suo fianco un uomo forte, la cui assenza si era fatta sentire nel primo anno di presidenza milanese. Una persona capace di spingere i bottoni giusti, tanto da far riflettere a lungo il numero uno di via Mameli nel momento in cui la diversità di vedute su alcune scelte tecniche aveva fatto vacillare il rapporto. Dopo aver vinto la prima sfida, Capozucca è ora chiamato ad affrontare quella della Serie A. Uno scenario non inedito per il biellese, vecchio lupo del mondo pallonaro pronto a festeggiare (con un nuovo balletto?) l’approdo della nave Cagliari nel porto di competenza.

Mattia Marzeddu




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