Cagliari, caccia alla madre dei problemi

Natale al riparo in classifica e con dissidi interni: il punto su casa Cagliari.

Marco Storari dà disposizioni ai compagni durante Cagliari-Sassuolo

Marco Storari dà disposizioni ai compagni durante Cagliari-Sassuolo

E’ un Natale sereno, quello che vivono i giocatori, i tifosi e tutto l’ambiente del Cagliari Calcio. Un bottino di 23 punti in classifica, divario dalla zona retrocessione oltre ogni più rosea aspettativa, la tranquillità dei numeri che contano (al di là di quelli che rendono il piatto più amaro) a fare da ingrediente principale per programmare il futuro. Fondamentale la confusa vittoria sul Sassuolo, prima della sosta, perché un KO avrebbe senza dubbio aggravato la crisi di risultati, di gioco (non guarita e duratura da molti mesi), di rapporti.




Proprio questi, oggi, sono al centro della scena rossoblù. Di questi occorre parlare, perché a essi sono legati il futuro e il presente, le possibilità di andare avanti in un certo modo e con determinati interpreti. Il Natale ha registrato le scuse via social di Marco Sau, protagonista come l’altro capitano, Daniele Dessena, di una serata dove molti nodi sono venuti al pettine. Non che ci fosse bisogno della controprova, per capire quanto lo spogliatoio fosse (e sia) una polveriera, ma quanto visto al “Sant’Elia” ha sicuramente scosso tutti, sporcando una affermazione in rimonta che in altri tempi avrebbe avuto soltanto crismi di epicità.

Il dribbling di Sau, il calcione con fascia buttata a terra da Dessena, la faccia stralunata di Di Gennaro a Torino, le dichiarazioni di Storari ad Ascoli e tanto altro. Una sequela di episodi che certificano lo scollamento tra squadra e Rastelli. Proprio per questo tipo di ragioni, Storari non ha giocato contro il Sassuolo, ufficialmente influenzato ma in realtà protagonista di un confronto franco con il tecnico nei giorni post-Empoli. Il portiere ex Juventus, artefice di una prima parte di stagione fatta di errori e contestazioni, non solo tecniche, che hanno minato in prima istanza il contesto rossoblù, non si è allenato nei due giorni post-Sassuolo e prima del rompete le righe: per lui qualche chiacchierata con Capozucca e il resto della dirigenza, in attesa di gennaio e di quel che verrà.




Come detto, il gruppo è di fatto dall’altra parte del guado rispetto a quella dove sta Rastelli, confermato dalla società dopo la riflessione di venerdì, che ha replicato quella del sabato precedente. Una contrapposizione totale, nonostante le dichiarazioni di facciata, ma che i gesti dei singoli e le parole dello stesso allenatore impediscono di nascondere. “Ci dovrebbe essere un clima diverso”, diceva Rastelli in un post-partita dove tutto sembrava tranne che se si fosse vinto 4-3 in modo clamoroso, con l’allenatore che appariva impegnato a commentare una sconfitta anziché una vittoria orgasmica.

Salamon e Storari

Salamon e Storari

I più fieri avversari di Rastelli, tra gli altri, sono oggi Bruno Alves e Isla, che non nascondono la diversità di vedute. Impossibile rinunciare al portoghese, uno dei leader più carismatici e positivi, autentico condottiero di una squadra e una retroguardia di per sé fragili e senza spartito, anche se pure l’ex Fenerbahce ha palesato limiti in fatto di prontezza e velocità contro certi avversari e nelle partite più nefaste. Meno complesso sarebbe fare a meno del cileno, ammesso che qualche offerta arrivi per uno dei pezzi pregiati ed onerosi del mercato estivo.




Un contrasto che è tra giocatori e allenatore, ma soprattutto tra giocatori e società, in particolare il suo vertice, che ha augurato il meglio ai tifosi dopo avere minacciato l’addio, probabilmente in preda allo sconforto di un momento che vede il turbinio più confuso di polemiche interne. “Non so se torno”, avrebbe confidato nelle calde ore tra giovedì e venerdì.

L’incapacità di organizzare e mantenere le acque calme, nonostante la situazione di classifica e le vittorie, ha destabilizzato il gruppo, dove gli elementi più navigati guidano il tentativo di svoltare. Per ora, fatti, riconferme e silenzi alla mano, la tranquillità dovrà essere cercata all’interno delle mura di Asseminello, tra confronti e diversità di opinione, rispetto dei ruoli e pieno sfruttamento delle capacità di ciascuno nei vari campi. A meno di non volersi consegnare al delirio più totale e controproducente.

Fabio Frongia

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