Se sul futuro ha pienamente ragione Rastelli

Il tecnico dopo Sassuolo-Cagliari 6-2: “Resto? Le cose cambiano in fretta…”

Massimo Rastelli, tecnico del Cagliari

Massimo Rastelli, tecnico del Cagliari

Un match dai ritmi balneari, con la debacle del Cagliari a sostituire la pura formalità calcistica, ha portato il suo ormai consueto corollario di negatività. Difetti conclamati di un gruppo fragile, arcinoti mugugni della piazza per quel Massimo Rastelli che è ormai vittima sacrificale e parafulmine, una salvezza in carrozza che resta come pesante patente grazie alla quale è più bello fare delle considerazioni.




Di tutto ciò, e del tanto altro che rappresenta lo stato dell’arte in casa Cagliari, si è già scritto, abbiamo detto e riparleremo ancora, tra analisi, novità e domande da porre ai diretti interessati. Intanto, a Reggio Emilia così come era avvenuto a Napoli (quando Marco Borriello proferì una sacrosanta verità in mezzo a tante parole di circostanza di questi tempi), proprio Rastelli ha fotografato al meglio la realtà. Atteso al varco, già impallinato dalla tifoseria critica, il tecnico campano ha risposto così all’interrogativo che ormai da mesi è una delle poche cose ad interessare nel tranquillo lido cagliaritano: “Se rimarrò a Cagliari? Vedremo, le cose cambiano in fretta, di partita in partita”, il succo del Rastelli-pensiero.

Sì, perché da tempo – con il Cagliari salvo e l’allenatore sempre più chiacchierato -, il tema è quello del prossimo allenatore rossoblù. C’è chi odia Rastelli, chi lo sopporta, chi lo considera solo un allenatore non valido, chi sogna alternative impossibili e chi non trova valide soluzioni in caso di divorzio. In tutto ciò il labirinto sembra prossimo a spalancare le sue porte. Periodo (lungo) di riflessioni, prima di capire a chi affidare la prima panchina della Sardegna Arena.

Se da una parte Rastelli non si è mai nascosto nell’esprimere il desiderio di rimanere e legarsi ulteriormente al rossoblù, dall’altra la società balla tra apprezzamenti formali e un passo ufficiale che non c’è, con il sentore che qualche sguardo verso l’esterno sia stato dato, come forse è normale che sia. Il nodo, però, prima o poi dovrà arrivare al pettine, con conseguente stuolo di contenti, esaltati e critici, che non mancano (né mancheranno) mai.

Quello che conta, oggi, sono le parole di Rastelli, utili per spiegare una situazione molto chiara e probabilmente difficile da apprezzare. Da mesi, infatti, il “Rastelli sì-Rastelli no” sembra in mano alla partita di turno: il Cagliari vince (più o meno bene) e si aprono giorni sereni dove si può parlare di possibili rinnovi per Rastelli e parte della rosa, il Cagliari perde (più o meno male) e la tempesta torna ad infuriare. Al netto delle opinioni che ciascuno deve avere, e ribadita la fragilità che porta i sardi ad essere in balia della discontinuità e dei rovesci clamorosi, lascia dubbi il fatto che una società sana, in grado di poter e voler progettare a 360 gradi, debba affidarsi agli umori del momento e alla gara di turno per decidere il futuro del suo allenatore, soprattutto quando da mesi si può vantare un’enorme tranquillità. In un panorama di gare senza obiettivi né ansie, nella Serie A dal robusto ceto medio che da gennaio gioca di fatto soltanto delle “amichevoli ufficiali”, la cosa appare quantomeno superficiale e non consona per un club di massimo livello.




E allora, in attesa di qualsivoglia fumata, non resta che certificare le parole di Borriello prima e di Rastelli poi. Quelle di un’incognita continua che (forse) sta per finire. Per il bene di tutti.

Fabio Frongia

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