Dinamo Sassari, Meo Sacchetti: “Non ho deciso quintetto anti-Efes, quello piccolo non è attuabile in Eurolega”

Meo Sacchetti (foto: Francesco Salis - sardegnasport.com)

Meo Sacchetti (foto: Francesco Salis – sardegnasport.com)

Smaltite (o almeno si spera sia così) le scorie del primo uno-due della stagione, con le trasferte di Novgorod e Pistoia, Meo Sacchetti guarda in faccia la sua Dinamo Sassari e si prepara al prossimo doppio impegno, stavolta tra le mura amiche: venerdì contro l’Efes Istanbul, lunedì contro Brindisi. Tempo di conferenza stampa, quindi, per il coach di Altamura, che di gatte da pelare ne ha sicuramente. Da qualche infortunio di troppo (Sanders e Devecchi) alle pause che sono costate care in Russia e per poco non creavano danni anche a Pistoia, dopo che all’esordio c’era voluto un tempo per scrollarsi di dosso la Virtus Bologna.

“Contro Istanbul – dice Sacchetti – giocheremo in casa ma anche contro una formazione più forte rispetto ai russi. E’ un appuntamento storico per Sassari, spero ci sarà una risposta adeguata all’evento da parte della nostra gente. L’Eurolega non è un evento estivo, ma la manifestazione più importante dopo l’NBA, io non me lo perderei per nulla al mondo. L’Efes, tra quelle del girone, è sicuramente la squadra più forte assieme al Real Madrid e a Kazan. Io non ho mai giocato l’Eurolega, perché una volta bisognava per forza vincere lo scudetto, si chiamava Coppa dei Campioni. Ora ci sono regole diverse, come le wild card e le varie licenze, logico che sia un pochino più facile e che mi sarebbe piaciuta. Ma dopo quello di calciatore quello di allenatore è il ruolo nel quale sei maggiormente dentro questo mondo”.

Sulle pause durante le partite: “Partiamo molto bene, poi abbiamo dei passaggi a vuoto. E’ una cosa ricorrente, cercheremo di limare questo. Non penso sia una questione solo di giocatori nuovi, abbiamo voglia di fare bene e giocare assieme, ma per ora non abbiamo continuità. Questa passa dalla presenza mentale che deve portare a fare qualche fallo intelligente in più e gestire al meglio i momenti caldi”.

Sacchetti parla di infortuni “da valutare”, con Devecchi sicuramente out e Sanders che ha qualche chance (minima) in più. Contro Istanbul ci sarà dall’altra parte un santone come Dusan Ivkovic: “E’ uno dei migliori coach della storia della pallacanestro, nel nostro girone è tra gli allenatori più titolati. Né io né lui giochiamo, quindi non sarà una sfida tra Sacchetti e Ivkovic”. Impossibile chiedere a un poco loquace Sacchetti degli accoppiamenti difensivi: “Non so ancora che quintetto giocherà – taglia corto Meo – e non è detto che ci sarà una squadra costretta ad adeguarsi. Krstic e Saric sono fortissimi, hanno preso anche Donnie McGrath e vogliono arrivare fino alla fine”. Cusin, poco utilizzato contro Pistoia, è parso timido e poco disposto a tirare: “E’ abituato a giocare in un certo tipo di sistema, si sta cercando di valorizzarlo nelle nostre idee. Ha una buona mano”.

E’ una Dinamo che tira molto meno da tre punti: “Siamo diversi, lo dico da inizio stagione. Ci sono delle qualità che abbiamo migliorato e altre che abbiamo perso o limitato. In difesa siamo più forti, è chiaro che uno vorrebbe avere tutto, ma se non avesse limiti sarebbe al di là dell’Oceano”, risponde con pragmatismo Sacchetti, che aggiunge: “Ci serve più efficacia da tre punti, ma giochiamo in una maniera diversa, tutto qua”. Tra i più in palla c’è sicuramente David Logan: “Ha un’attitudine e una mentalità importante, non solo a parole ma anche con i comportamenti. L’abbiamo preso anche per questo. Un leader? Non è per caratteristiche vocali un condottiero, però con il modo di essere trascina sicuramente”.

Contro l’Efes sarà una partita delicata per la classifica, perché perdere metterebbe con le spalle al muro prima di una doppia trasferta: “Io non ho mai parlato al di là della successiva partita. L’Eurolega per noi è una montagna, che sappiamo essere difficile da scalare. Noi dobbiamo mettere tutto e qualcosa in più per battere avversari più forti. A parità di atteggiamento, perdiamo contro quasi tutti – spiega il coach Dinamo – contro queste squadre bisogna tirare fuori ottima pallacanestro e per il più lungo tempo possibile. Non posso pensare a cosa succederà tra 15 giorni, la mia mentalità non è quella di ragionare in funzione del Real Madrid mentre preparo l’Efes. Sin da quando eravamo in A2 siamo abituati a ragionare in questo modo”.

Il quartetto con i quattro piccoli potrebbe dare qualcosa di più difensivamente? “Non l’abbiamo ancora provato, in Eurolega è difficile da applicare, perché la fisicità è elevata. Contro Pistoia abbiamo giocato con le nostre tre guardie insieme, ma è stato necessario perché loro abbassavano molto il quintetto. Sapete che è una soluzione che mi piace, ma in Eurolega diventa complicato”.

dall’inviato Eleonora Secchi

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