Guberti, la fine di un incubo: assolto perchè il fatto non sussiste – VIDEO

Stefano Guberti in maglia Sampdoria

Stefano Guberti in maglia Sampdoria

La fine di un incubo durato più di tre anni e la voglia di rivalsa dopo tre stagioni marchiate dall’onta del calcioscommesse. Il giudice Flora Cistulli ha assolto «perché il fatto non sussiste» l’ex giocatore di Roma e Sampdoria, Stefano Guberti e ha condannato Alessandro Parisi, ex difensore del Bari, e l’ex faccendiere della squadra pugliese, Angelo Iacovelli, rispettivamente a 5 mesi e 10mila euro di multa e a 4 mesi e 500 euro di multa al termine del processo di primo grado. Le due presunte partite truccate, giocate nella stagione 2010/2011, Palermo-Bari (2-1) del 7 maggio 2011 e Bari-Sampdoria (0-1) del 23 aprile 2011, sarebbero state vendute complessivamente per 300mila euro (250mila la prima e circa 40mila euro la seconda).

 

Guberti, coinvolto nello scandalo dalle testimonianze di Andrea Masiello, avrebbe offerto 400.000 euro all’ex compagno (ai tempi di Bari) per riuscire ad ottenere la vittoria della partita per la Sampdoria, coinvolta nella lotta per la retrocessione. Accuse rivelatesi infondate e sentenza che, così, riabilita il centrocampista originario di Villamassargia. Il giocatore, interpellato telefonicamente nei minuti successivi alla sentenza è un fiume in piena, in un misto di gioia e voglia di rivalsa: “Questa vicenda mi ha insegnato tante cose, per prima cosa a mantenere l’autocontrollo anche quando le cose vanno male nonostante tu non abbia fatto nulla. Adesso ridatemi la mia vita! Il fatto non sussiste, e credo che questa sia la cosa più importante. Perciò adesso, con il mio avvocato, De Renzis, stiamo studiando le strade percorribili per tornare in campo il più velocemente possibile”.

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