Giulini, la ratio supera la pancia

Il presidente rossoblù ha scatenato l’opinione pubblica con le sue dichiarazioni: la nostra analisi

Tommaso Giulini (foto: Gianluca Zuddas)

Tommaso Giulini (foto: Gianluca Zuddas)

In casa Cagliari, una conferenza stampa di inizio stagione sostanzialmente interlocutoria ha vissuto il suo picco attorno alle considerazioni di Tommaso Giulini su quella che è – secondo il patron – l’attuale dimensione del club rossoblù. “Per il momento il Cagliari deve guardare alla salvezza, arrivare tra il decimo e il tredicesimo posto equivale a vincere uno scudetto o ad andare in Europa”, il succo del pensiero fornito dal numero uno di via Mameli, prontamente rimbrottato (eufemismo) da parte della tifoseria.




Mentre pronunciava quelle parole, l’imprenditore milanese sapeva bene di smuovere le acque puntando ai sentimenti di un popolo ansioso di fantasticare. Ha scelto la strada del realismo, senza troppi fronzoli, e lo aveva già fatto in occasione della posatura della prima pietra della Sardegna Arena. Di fatto, è cosa nota, il focus del Cagliari Calcio odierno è rappresentato dall’edificazione degli stadi, quello che sarà pronto per fine agosto e quello che da settembre a fine anno verrà progettato per poterlo inaugurare intorno al 2021. Senza certezze ed evoluzioni infrastrutturali, con tutto il business che ne consegue, è inutile parlare di voli pindarici, tanto belli per attizzare la piazza ma probabilmente dannosi e fuorvianti nel lungo periodo.

Di sicuro, l’asciutta schiettezza di cui sopra cozza con i proclami di benvenuto dello stesso Giulini, quando l’obiettivo Champions League da raggiungere in una manciata di anni animava i discorsi in riva al Golfo degli Angeli. Scintille allora accolte con il normale mix di entusiasmo e scetticismo, proprio come oggi si mescolano arrabbiatura, disillusione e apprezzamento per un certo pragmatismo. Nei fatti, il Cagliari odierno è una società con i bilanci in ordine, con ottimi dati a livello di pubblico presente nel raffazzonato Sant’Elia appena abbandonato, con una netta crescita a livello di quell’organizzazione collaterale (rapporti e iniziative coi tifosi, marketing, sponsorship e partnership varie) totalmente ignorata fino al 2014. E’ anche un club al nono posto – come si è evinto dall’ultimo workshop organizzato – per numero di sostenitori (700 mila in Sardegna, 1.2 milioni con quelli nella Penisola), quindi davanti a quel decimo posto che Giulini ha posto come obiettivo massimo per l’attualità.

Il menù di inizio settimana, in un principio di estate che sarà come sempre fatta di calciomercato e suggestioni verso il nuovo rotolare del pallone, è dunque costituito da numeri che parlano di crescita – ricavi da sponsorizzazioni a +300%, fatturato da merchandising a +230%, ricavi da biglietti e abbonamenti a +170% – e società con i piedi per terra, pur annunciante un’ulteriore improvement che vivrà il suo culmine con l’approdo del nuovo stadio. Intanto, occorre registrare il Giulini-pensiero, fissando due tesi centrali nel discorso.




La prima è che probabilmente i proclami sono più dannosi della sincerità, magari meno elettrizzante ma sicuramente più utile a costruire un dibattito serio attorno al pianeta Cagliari. Una discussione possibilmente libera da aprioristiche critiche e inutili veleni da bastian contrari, aperta a sacrosante diversità di vedute sull’operato giuliniano, visto che il Cagliari è prima di tutto di quel milione abbondante di persone. La seconda è che il piazzamento in classifica rimane relativo, perché l’entusiasmo e l’affezione della gente dal cuore tinto di rossoblù non arrivano dai freddi numeri o dai risultati fini a sé stessi, seppur importanti. Essi arrivano dal bel gioco e dalle innovazioni (nei vari campi, compreso quello in erba), dalle trovate tecnico-tattiche e dalla bontà del lavoro dei professionisti. Il Cagliari, nella sua storia, ha conosciuto molte di queste parentesi, tuttora ricordate anche se non hanno portato la qualificazione europea, il decimo posto o cinquanta punti in classifica. Da questo si può imparare per tracciare la linea guida del Cagliari nell’attualità e nel breve periodo, in attesa di poter sognare davvero.

Fabio Frongia

Commenti Facebook


Facebook
Facebook
Twitter
Visit Us
Follow
YouTube
Instagram
Google+

Lascia un commento