Dinamo, Pasquini: “Dobbiamo ancora conoscerci bene”

“Tolto l’approccio dell’inizio del terzo quarto sono soddisfatto della prestazione”

Federico Pasquini (foto: Zuddas)

Federico Pasquini (foto: Zuddas)

E’ un Federico Pasquini moderatamente soddisfatto quello che commenta la sconfitta della sua Dinamo Sassari contro la Virtus Bologna. Queste le considerazioni del coach al termine del match del PalaDozza: “Tolto l’approccio dell’inizio del terzo quarto, che poi ha segnato la partita perché ci ha costretto ad un enorme sforzo per riportarci dal -17 a -1, sono soddisfatto della partita giocata per due ragioni fondamentali: abbiamo fronteggiato una squadra come la Virtus che ha grande energia e gas quando gioca in casa, l’altra è che stasera abbiamo avuto il rientro importante di alcuni giocatori che sono stati a lungo indisponibili per infortunio. Abbiamo pagato l’approccio molto duro e aggressivo della Virtus, ma ce lo aspettavamo. Dobbiamo ancora conoscerci bene, stiamo facendo una sorta di pre-campionato”.

“Ripeto – prosegue Pasquini nella sua analisi – tolti gli ultimi minuti e l’approccio del terzo quarto, abbiamo fatto quel che dovevamo fare a livello offensivo e svolto un buon lavoro a livello difensivo. Ci è mancata solo la giocata quando siamo arrivati sotto di un punto e che ci avrebbe permesso di mettere la testa avanti. Per questi motivi sono soddisfatto della prestazione dei miei ragazzi”.

Si respira un’aria decisamente diversa, invece, in casa Virtus. “E’ stata una partita importante e ben giocata – esordisce Alessandro Ramagli nella sua disamina del match – sul piano dell’intensità e dell’intelligenza. Abbiamo preso il 76% dei rimbalzi difensivi e questo ha permesso che la gara andasse più verso le nostre corde. Inoltre abbiamo raccolto molto anche a rimbalzo d’attacco, cosa che non ci capita spesso. Questo ci ha permesso di imporre il ritmo alla partita. E’ da evidenziare inoltre, come, a differenza di altre circostanze, quest’oggi hanno dato tutti un apporto significativo. Aspetto molto importante, che ci permette di fare rotazioni più spalmate e avere un livello di energia più elevato. Questi due aspetti sono stati decisivi: avere il senso della gara e riuscire ad essere efficienti con tanti quintetti diversi”.

dalle nostre inviate Federica Pala e Iole Schintu



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