Cagliari, la tattica degli altri può insegnare qualcosa

Sotto la gestione Lopez, le maggiori differenze sono arrivate contro sistemi di gioco simili a quello usato dall’Atalanta

Un'esultanza del Cagliari, arriverà la gioia a Bergamo? (foto: Zuddas)

Un’esultanza del Cagliari, arriverà la gioia a Bergamo? (foto: Zuddas)

Il Cagliari trova l’Atalanta nell’ultima partita del 2017, una trasferta proibitiva in programma sabato 30 dicembre alle 15. Difficilissimo fare punti nella tana di una delle squadre più in forma e più belle della Serie A odierna, a maggior ragione se si arriva al match senza Joao Pedro (ma con Cigarini) e in una condizione psico-fisica non ottimale.



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Uno spunto tattico, alla luce delle altre gare del Cagliari di Diego Lopez, può arrivare dal sistema di gioco adottato da Gian Piero Gasperini. Il suo 3-5-2 elastico, con marcature sostanzialmente a uomo da parte di tutti gli effettivi e in tutte le zone del campo, trova pochi eguali per filosofia e attuazione. Ricalca, però, quello di alcuni avversari incontrati dai sardi sotto la guida dell’uruguayano, e il dato delle sofferenze patite contro squadra tatticamente simili salta all’occhio.

Lopez debuttò e perse in casa della Lazio, dando segnali di ripresa ma non avendo mai chances vere di strappare punti ai biancocelesti, peraltro più forti e in palla. I capitolini si schieravano con un 3-5-1-1 classico, molto simile a quello dell’Atalanta, con una prima punta (Immobile – Petagna), un trequartista (Luis Alberto – Gomez) e una mezzala-incursore (Milinkovic Savic – Freuler).

Pochi giorni dopo arrivò a Cagliari il Benevento, sistemato con un 3-4-3 classico, timido nel primo tempo e arrembante nella ripresa, dove evidenti furono le sofferenze di Barella e compagni, salvati da Pavoletti in zona Cesarini. Il momento migliore per il Cagliari arriverà con il ciclo costituito da Torino (4-3-3), Verona (4-4-2), Udinese (4-4-2), Inter (4-2-3-1), Bologna (4-3-3), Sampdoria (4-3-1-2), sia per i punti ottenuti (8 in 6 partite) sia per le prestazioni sempre propositive e mature. Tutte queste squadre schieravano la difesa a quattro, lasciando il centrocampo rossoblù in parità o addirittura superiorità numerica. Addirittura, l’Inter di Spalletti dovette passare ad uno speculare 3-5-2 dopo 30′ di enorme sofferenza alla Sardegna Arena. Anche la Roma, vittoriosa allo scadere con un episodio molto discusso, scendeva in campo con il 4-3-3 tanto caro a Di Francesco, al quale gli antidoti furono opposti con buon profitto.



Lezioni ben imparate da Pioli e dalla Fiorentina, scesa in Sardegna con un 3-5-2 rapido e di qualità, malleabile (con la posizione di Chiesa che avanzava da quinto di centrocampo ad attaccante al fianco di Simeone e Thereau) e subito efficace, letale per un Cagliari senza idee e schermato dal 1′ all’ultimo minuto. Il risultato è stato sotto gli occhi di tutti, chissà se stavolta saranno gli isolani ad avere imparato e riusciranno a mettere la museruola ad un’Atalanta che fa paura.

Fabio Frongia

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