Giulini: “Barella, no Juve. Rossi super”

Il presidente, a tre anni e mezzo dal suo insediamento, su mercato, stadio, emozioni

Tommaso Giulini (foto: Zuddas)

Tommaso Giulini (foto: Zuddas)

Tommaso Giulini, a L’Unione Sarda, si concede per un’intervista a tutto tondo, a tre anni e mezzo dall’inizio della sua avventura a Cagliari.

Il presidente rossoblù si dice entusiasta della sua esperienza, per nulla deluso o pentito né dalla storica vicenda Borriello (“Il nostro miglior acquisto e la nostra migliore uscita, andando via quando non serviva più“) né dall’oneroso acquisto di Pavoletti (“Ragazzo straordinario per il quale arriveranno anche i gol“). Contento di Lopez, perché “con lui possiamo crescere a 360 gradi e sono convinto che faremo ancora bene insieme“, Giulini saluta Beretta, pronto ad andare al Milan come responsabile del settore giovanile. “Accanto a lui c’era Oscar Erriu, che diventerà nostro direttore organizzativo, mentre Beretta aveva un’offerta irrinunciabile, a casa sua e nella sua squadra del cuore, con noi ha fatto un grande lavoro”.



Molti i temi importanti, ovviamente, con il calciomercato in primo piano: “Barella non penso andrà alla Juve se mai dovesse cambiare maglia, è nostro anche per la prossima stagione – dice Giulini – Ci è dispiaciuto che Giannetti non sia potuto andare, non per responsabilità nostra, all’Entella, mentre su Farias abbiamo scoperto poi che l’interesse era del Sassuolo e non del Napoli, così era meno interessante sia per noi sia per il giocatore“. Annunciata la conferma di Giovanni Rossi come ds: “Sta facendo un lavoro straordinario, prendete Romagna, farina del suo sacco al cento per cento. E poi Ceter, Lykogiannis e Caligara, che voleva assolutamente, quindi i rinnovi di Faragò e Cragno, imminenti. Insomma, è confermato anche per le stagioni successive”.

Inevitabile tornare sulla corrida di Crotone. “C’era molta rabbia, con Tagliavento non sono fortunato. A fine anno smetterà di arbitrare, speriamo che gli episodi negativi per noi si fermino. Sono favorevole allla VAR – dice – è in fase di rodaggio, non tutti gli arbitri sono del livello di Rosetti e Rizzoli che la gestiscono. C’è stato qualche incidente di percorso, ma ho fiducia in un miglioramento”.

Giorni caldi sul fronte del palazzo e dei diritti televisivi. “Eravamo per il programma di Gravina (contro Sibilia e Tommasi, ndr) alle elezioni FIGC, ora bisogna pensare anche col commissariamento a infrastrutture, settori giovanili, giustizia sportiva da riformare come i centri federali. In Lega penso che ci si avvicini al momento di eleggere finalmente il presidente. Sui diritti tv, MediaPro ha fatto offerta migliore, SKY non ha ritenuto di alzare la sua, gli sono state date sin troppe occasioni durante la trattativa. Non c’è stato nessuno sgarro ai suoi danni, si faccia da parte o lavori con intermediari indipendenti“, sostiene il numero uno di via Mameli.



Un Giulini che soffia sull’orgoglio rossoblù, perché “contro la Spal abbiamo avuto la giornata più bella, con lo stadio pieno senza tifosi delle grandi squadre, abbiamo aumentato la passione e raddoppiato gli abbonati. Il nuovo stadio? Il 28 febbraio prenderemo visione delle tre proposte finali, vorrei che la scelta fosse condivisa con giornalisti, tifosi, amministratori, per arrivare a uno stadio unico e senza ‘copiare’. Fare la Sardegna Arena in quattro mesi è stato qualcosa da incoscienti, mi sono fidato di Stefano Signorelli ma non sempre ci credevo fino in fondo“. Ribaditi gli ottimi rapporti con Rastelli e l’assenza di contatti (dal Conti Day in avanti) con Cellino, Giulini si dice tranquillo sul fronte Fluorsid, definendo la sua azienda “leader mondiale, con l’acquisizione degli impianti Noralf in Norvegia che rappresenta il nostro ulteriore impulso dopo l’apertura dell’inchiesta. Siamo un’azienda sana che ha sempre rispettato le regole, dove tutti sono orgogliosi di lavorare“, dice Giulini.

La chiusura è romantica. “Siamo ai primi dieci posti per numero di tifosi, dovremo lavorare per arrivare nei primi dieci posti in classifica. Mi sento un po’ più sardo da quando guido la cosa alla quale questa terra tiene maggiormente”.

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